Linguista svizzero. Compì gli studi a Zurigo, Berlino e Parigi;
professore a Jena, Vienna e Bonn, fu uno dei maggiori studiosi di linguistica
romanza, alla quale contribuì a dare una definitiva sistemazione. I suoi
studi, ancor oggi fondamentali per chi debba affrontare ricerche di carattere
filologico, riguardano il mondo romanzo in tutti i suoi aspetti. Nelle sue
analisi adottò il metodo proposto dai neogrammatici, utilizzando la
comparazione fra le diverse lingue neoromanze per ricostruire le forme della
lingua latina non suffragate da testimonianze e documenti, e sostenendo che
l'origine delle lingue neoromanze va ricercata nella dissoluzione del latino.
Nei propri studi considerò fondamentale il rapporto tra storia e
descrizione di una lingua e applicò la teoria delle interferenze
linguistiche elaborata da J. Schmidt (V.
LINGUISTICA). Si occupò inoltre dell'interazione tra lingua
letteraria e dialetto, sostenuto da un'approfondita conoscenza della dottrina
dialettologica di G.I. Ascoli. Le sue opere principali rimangono le vaste
sintesi de
La lingua latina nei paesi romanzi (1888), della
Grammatica
delle lingue romanze (1890-1902) e del
Dizionario etimologico romanzo
(1911-20). Ad esse si aggiungono numerosi studi di carattere più
specifico, dedicati in particolare ad approfondimenti di questioni relative a
determinate lingue, fra i quali ricordiamo:
La lingua italiana (1886),
Grammatica italiana (1890),
Grammatica storica della lingua
francese (1908-21). Ha invece carattere teorico e metodologico il volume
Introduzione allo studio della linguistica romanza (1900)
(Dübendorf, Zurigo 1861 - Bonn 1936).